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Vecchie nuove storie che non vi abbiamo raccontato

Pasini cambia, guardando a sé stessa. Decenni passati a farci un nome nel settore degli oscuranti per finestre, fino a diventare leader, ci hanno insegnato che il successo è arido, se non poggia sulla condivisione.

A voi clienti sentivamo di dover dare qualcosa di più, oltre ai prodotti; una parte di quel che siamo. A noi stessi sentivamo di dovere un’indagine profonda sul percorso aziendale e valoriale che ci ha portati fin qui, per aprirci al futuro in forme cangianti e sostenibili.

Pasini è da tanti anni: avvolgibili di qualità superiore, servizi impareggiabili, monoblocchi su misura, gamma prodotti sconfinata. Da oggi Pasini è anche comunicazione, informazione, branding, blog. In autunno abbiamo dato inizio a un percorso di rielaborazione delle coordinate istituzionali che ha avuto esito nel sito su cui state navigando, in nuovi media cartacei, nuovi strumenti social; in una rinnovata identità aziendale, aperta al futuro.

La Pasini 2.0 inizia oggi e, per parlarvi di come ci siamo arrivati – oltre a invitarvi a venirci a incontrare di persona al MADE 2019, tra qualche giorno – vi proponiamo il primo capitolo di una storia che racconta di come, in fondo, ogni grande avventura parta da lontano.

 

Mio nonno Arturo Pasini è nato a Rimini nel 1924; negli Stati Uniti fondavano gli studi cinematografici MGM – quelli di Ben Hur, 2001 Odissea nello Spazio, Rocky – nell’Unione Sovietica San Pietroburgo diventava Leningrado, in Italia si era due anni dentro il Regime Fascista e 16 anni fuori la Seconda Guerra Mondiale. Ricordo ‘Turo come un signore anziano – bianco, tanto bianco – saldo e però curvo, come se in lui convivessero consapevolezza e peso del tempo. Il suo ritratto nella sala riunioni della Pasini è un unico: lo sguardo sottile, giudicante, stona con la camicia sbottonata dell’unica occasione che ricordo in cui l’ho visto in vacanza. È l’unica che ricordo perché c’ero: il ritratto è preso da una foto scattata in Egitto; settimana al mare tra nonno, padre, me e mio fratello. Non so se ‘Turo abbia fatto altre vacanze; mi piace pensare di no, per questioni di esclusiva. Se quello di ‘Turo in relax è un file solitario nell’hard disk dei ricordi, ho gigabyte e gigabyte di memoria occupati da ‘Turo al lavoro. ‘Turo che maneggia una sega elettrica, ‘Turo circondato da avvolgibili di mille colori e dimensioni, ‘Turo con la sua tenuta blu da lavoro, ‘Turo che discute con mio padre di lavoro e che parla con mia nonna di lavoro. Lavoro, lavoro, lavoro. Mio nonno non si è mai fermato, fino alla morte, e, da quando l’ha fondata nel 1983, ha dato alla Pasini 27 anni di sacrifici, sudore, urla, sguardi giudicanti e mani callose. Le tapparelle Pasini sono roba sua, roba con radici salde in tempi lontani; poi la palla è passata a un altro fuoriclasse. Mio padre Giangabriele Pasini è nato a Rimini nel 1960.

Ci vediamo tra qualche giorno, con il secondo capitolo della storia che ci ha portati alla Pasini 2.0.

Nel frattempo godetevi gli altri contenuti del nostro blog e del rinnovato sito Pasini.

Elia